Intervista a Giovanni Caporaso di Nino Amadore
September 10th,2009
Difende le operazioni nei cosiddetti paradisi fiscali, invoca la libertà di circolazione dei capitali e accusa i governi di condurre una vera e propria campagna di terrore. Ma soprattutto boccia senza appello il cosiddetto scudo fiscale varato dal governo italiano.
Giovanni Caporaso, 49 anni, avvocato, vive a Panama ormai dal 1992 ed è considerato il “guru dell’offshore”: è uno dei tanti consulenti che più o meno apertamente assistono cittadini e imprese che vogliano esportare capitali. È titolare della Opm Corporation e di altre società attive soprattutto su internet: l’80% dei suoi clienti è italiano. Precisa: «Io non tocco denaro ma offro consulenza per creare legalmente una società anonima offshore. Fornisco servizi a chi decide di portare all’estero i propri soldi e vorrei ribadire che portare all’estero il denaro dovrebbe essere un diritto, soprattutto in una società globalizzata».
Già, ma spesso chi porta il denaro all’estero lo fa per evadere le tasse.
Ma smettiamola con questi discorsi: chi porta il denaro all’estero e lo mette al riparo attraverso società anonime lo fa per proteggerlo e non pagare quelle tasse che ha già pagato. Lo porta lì dove la legislazione gli dà dei vantaggi, magari con una tassazione minore. Mi si spieghi perché un cittadino italiano non deve poter portare il proprio denaro a Cipro deve la tassazione è inferiore del 40% rispetto a quella italiana.
Ma tutti i governi del mondo sono schierati contro i paradisi fiscali.
Hanno scatenato una campagna di paura fondata sul nulla. Con l’effetto di scoraggiare chi poteva avere la volontà a portare all’estero il denaro. Hanno messo in piedi una campagna che ha l’unico obiettivo di controllare i cittadini.
Insomma, giudica negativamente lo scudo fiscale varato recentemente?
L’Italia pretende che i cittadini siano così stupidi da riportare indietro i propri soldi senza avere alcun vantaggio, anzi pagandoci semmai nuove tasse.
Dunque così com’è non serve!
Certo che no. Ci sono 200 Paesi nel mondo che offrono vantaggi fiscali a quei cittadini che vogliono investire i propri soldi. Vantaggi fiscali veri. E in molti di questi paesi sono presenti anche i grandi gruppi italiani. Perché lì ci sono gli incentivi e in Italia no.
È riuscito a farsi un’idea di quanti soldi italiani potrebbero rientrare dall’estero?
I capitali ci sono. Vedremo se con questa campagna di terrore la gente si spaventerà e li riporterà indietro.
C’è anche un altro problema: che possano rientrare in Italia i capitali mafiosi, frutto dell’attività del crimine organizzato.
Ma non diciamo sciocchezze!
In che senso?
Questa è la più grossa bugia che viene dai Governi. Mi si spieghi perché in alcuni posti, come a Scampia, c’è un tasso alto di evasione fiscale da parte delle imprese registrate e ci sono, se è vero quello che ho letto, 2.334 auto di lusso. Il governo italiano spieghi perché non va lì a cercare denaro sporco.
Cosa vuol dire: che il riciclaggio non avviene all’estero?
La criminalità organizzata ha i suoi canali e ha un sistema bancario parallelo che funziona benissimo: i boss muovono servizi e commerci illegali e vanno a compensazione.
I magistrati non sono di questa opinione.
Quando i soldi arrivano nei paradisi fiscali sono già stati lavati in Italia perché la mafia usa i soldi sporchi, li dichiara e li mette nel mercato legale e poi li sposta: chiunque può essere utilizzato per queste operazioni.
E le banche offshore si prestano.
Le banche offshore sono chiuse, vogliono sapere il cliente chi è e da dove viene. Ma se a Palermo c’è la mafia le banche non possono certo discriminare tutti i palermitani.