Se una legge è ingiusta si può disobbedire?

In teoria, se una legge è ingiusta si può disobbedire, ma spesso è una scelta poco intelligente

Se una legge è ingiusta si può disobbedire?

In ogni aula di tribunale, il principio che "la legge è uguale per tutti" è un pilastro fondamentale del sistema giuridico, ma se una legge è ingiusta?

Tuttavia, questo principio porta con sé una domanda critica: se una legge è percepita come ingiusta, è lecito infrangerla?

Quindi se partiamo dall’idea che le tasse sono un furto e l’evasione fiscale è un motore economico, possiamo dire che sottrarsi al pagamento delle tasse, specie se i tuoi soldi vengono utilizzati per fomentare le guerre, è giusto.

La disobbedienza civile si riferisce all'atto di trasgredire consapevolmente a una legge ritenuta ingiusta. Le radici di questa pratica si trovano nella resistenza pacifica contro leggi percepite come moralmente errate. Ma quale morale?

Il concetto di disobbedienza civile è stato reso popolare da figure storiche come Mahatma Gandhi nella lotta per l'indipendenza dell'India e Martin Luther King Jr. nel movimento per i diritti civili americani.

Entrambi hanno dimostrato come la disobbedienza civile possa essere un potente strumento di cambiamento sociale quando le vie legali non riescono a correggere ingiustizie evidenti.

Nonostante la legge debba essere rispettata, esistono casi in cui le leggi stesse possono promuovere ingiustizie o discriminazioni. La storia è piena di leggi ingiuste, come quelle che sostenevano la segregazione razziale negli Stati Uniti o il regime dell'apartheid in Sudafrica.

In certi contesti, la disobbedienza civile diventa uno strumento per evidenziare il conflitto tra legge e morale, sollecitando la società e i legislatori a riflettere e agire per riformare le norme ingiuste.

Obiezione di coscienza: una forma di protesta

L'obiezione di coscienza è un rifiuto individuale di compiere azioni legalmente richieste ma ritenute immorali dall'individuo, come il servizio militare obbligatorio o procedure mediche controverse.

Questo tipo di obiezione è spesso protetto dalla legge in determinati contesti, riconoscendo il diritto dell'individuo a non partecipare in attività che contraddicono i suoi principi etici o religiosi.

In molti casi la legge stessa permette di disobbedire leggi che possono essere moralmente ingiuste per alcuni individui. L'obiezione di coscienza è però molto limitata e in generale gli Stati tendono a regolamentare tutto con leggi, per potere avere il controllo degli individui, dettare la morale e spesso anche la religione.

Tradizionalmente, l'obiezione di coscienza è stata applicata ai servizi di leva obbligatori, permettendo agli individui di rifiutare il servizio armato; In alcuni paesi, i professionisti sanitari possono rifiutare di partecipare in procedure come l'interruzione volontaria di gravidanza, se ciò contraddice le loro convinzioni personali; In altri paesi, ricercatori e tecnici possono declinare la partecipazione in ricerca che implica test su animali.

Quindi se sappiamo che i soldi raccolti con le tasse vanno a attizzare le guerre o se in genere sappiamo che vengono spesi male o rubati, perché non si dovrebbe evadere le tasse per obiezione di coscienza?

In situazioni di subordinazione, come nel militare o nelle forze dell'ordine, il rifiuto di obbedire a ordini ingiusti è non solo un diritto, ma un obbligo morale. Il Codice penale di molti paesi prevede che obbedire a un ordine manifestamente illegale sia punibile, riconoscendo la responsabilità individuale nella perpetuazione di atti ingiusti.

La legge stessa talvolta ammette forme di resistenza contro atti arbitrari di pubblici ufficiali. In casi dove un pubblico ufficiale supera i limiti delle proprie attribuzioni con azioni oppressive o ingiuste, la resistenza diventa un mezzo legittimo per proteggere i propri diritti e integrità.

Morale vs legale

Il conflitto tra l'obbedienza alla legge e la necessità di resistere alle normative ingiuste è un dilemma morale e legale che persiste nella società moderna. La disobbedienza civile e l'obiezione di coscienza emergono come risposte vitali a questo conflitto, offrendo ai cittadini strumenti per esprimere dissenso e promuovere il cambiamento in modo pacifico e riflessivo.

La disobbedienza civile non è solo una questione di legge; è profondamente radicata in questioni morali ed etiche. Coloro che scelgono di disobbedire fanno una dichiarazione potente sulla loro percezione di giustizia e sui valori che ritengono debbano prevalere nella società.

Questa forma di protesta costringe le comunità a riflettere su cosa sia giusto e giusto, spesso catalizzando il dibattito pubblico e la riforma legislativa. Però, gli obiettori finiscono spesso in carcere pagando di persona per gli atti di protesta.

Nel contesto globale, la disobbedienza civile ha preso diverse forme, dalle rivoluzioni colorate in Europa orientale alle proteste pro-democrazia in Hong Kong.

Ogni movimento riflette le specifiche pressioni politiche, sociali e culturali di quel contesto, ma tutti condividono un obiettivo comune: resistere alle ingiustizie e influenzare la governance in modo costruttivo e non violento.

Nonostante la sua efficacia storica, la disobbedienza civile porta con sé significativi rischi e sfide. I partecipanti possono affrontare arresti, persecuzioni legali e, in alcuni casi, violenza fisica.

Inoltre, c'è il rischio che le azioni di disobbedienza possano essere fraintese o rappresentate negativamente, compromettendo il loro impatto e la percezione pubblica.

L’era digitale e la disobbedienza civile

L'avvento di Internet e delle piattaforme sociali ha trasformato il volto della disobbedienza civile, permettendo una maggiore condivisione di informazioni e una mobilitazione più rapida e ampia.

Tuttavia, questo ha anche portato a nuove sfide, come la disinformazione e la manipolazione delle narrative da parte di entità esterne o governative, che possono distorcere gli obiettivi e le azioni dei movimenti di disobbedienza.

Guardando al futuro, la disobbedienza civile continuerà a evolversi in risposta ai cambiamenti politici, tecnologici e sociali.

È probabile che vedremo nuove forme di protesta emergere, così come nuove strategie legali e politiche per gestire e, a volte, reprimere queste azioni. Il dialogo tra il bisogno di stabilità legale e il desiderio di giustizia sociale rimarrà un tema centrale nelle discussioni su libertà, diritto e dovere civico.

Tornando alla questione se infrangere una legge ingiusta sia lecito o no, la risposta deve essere sì, ma bisogna attenersi alle conseguenze.

Inoltre, la risposta dipende da un'analisi equilibrata tra la lettera della legge e lo spirito di giustizia che dovrebbe animare ogni società. Ricordiamoci che spesso le leggi sono scritte da illetterati assetati dalla sete di potere.

La disobbedienza civile rimane un barometro importante del benessere democratico e della maturità di una società nel bilanciare ordine e giustizia.

Attraverso il continuo esame delle leggi ingiuste e il coraggioso impegno dei cittadini che osano stare in piedi contro di esse, la società può aspirare a un ordine legale che non solo mantiene la pace, ma nutre anche la giustizia.

Essere oggi un paladino della giustizia non è però così facile; quindi, spesso è più opportuno aggirare una legge ingiusta piuttosto che immolarsi per combatterla. Avvocati, giudici o legali che promuovono l'equità e la protezione dei diritti civili, umani, alla libertà d’espressione o alla privacy, spesso vengono messi a tacere.

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