Pagare meno tasse: il caso Rubius

In Spagna ha fatto scalpore la notizia di un famoso youtuber che ha cambiato la residenza per pagare meno tasse. Si tratta di Rubius

Pagare meno tasse: il caso Rubius

Rubius, giovane youtuber che ha un seguito di quasi 10 milioni di followers.

Si calcola che il suo canale Youtube gli renda circa 200.000 EUR al mese.

Ha annunciato di aver trasferito la sua residenza ad Andorra.

Subito dopo sui mezzi di informazione si è scatenato il linciaggio morale.

E’ ovvio che se Rubius lascia Madrid per Andorra deve essere per ragioni fiscali.

E si tratta di ragioni molto concrete: ad Andorra i redditi sopra i 40.000 EUR pagano il 10% di tasse.

Le critiche a Rubius sono state impietose.

Qualcuno è arrivato agli insulti. Voglio tralasciare gli insulti.

Per me i maleducati non meritano risposta.

Però ci sono stati anche delle critiche improntate al rispetto dei doveri del cittadino ed all’etica.

Alcuni sono discorsi di chiara lucidità intellettuale che apprezzo molto che però non aiutano a risolvere il problema in quanto no propongono nessuna soluzione fattibile.

Bisognerebbe poter pagare le tasse in un contesto in cui il prelievo fiscale sia ragionevole ed accettato da tutti.

Se invece ogni volta che paghi le tasse senti che stai vivendo una ingiustizia paragonabile ad una rapina, allora è molto difficile che le ragioni etiche seppur condivise, siano in grado di farti superare il disagio.

E quando questi eventi si ripetono nel tempo, si va alimentando una insofferenza che piano piano va corrodendo il capitale emozionale che alimenta il senso di appartenenza alla nostra identità nazionale.

Ed alla fine si comincia a cercare una soluzione alternativa.

Per cui bisognerebbe chiedersi perché il cittadino percepisce le dimensioni del prelievo fiscale come ingiuste.

Però sia chiaro, i cittadini sanno molto bene che bisogna pagare le tasse.

Il problema è che la misura della aliquota e la somma di tutte le altre tasse e balzelli portano certe categorie di contribuenti a pagare quote maggiori al 50% del reddito.

Provate a parlare con un imprenditore, un libero professionista, un artigiano, un commerciante ed ascoltate quello che hanno da dire.

Nessuno di loro è fiero del “Sistema Italia”.

Neanche per i Capitali Esteri Il Sistema Italia sembra molto attraente.

Secondo Forbes gli investitori esteri vedono il nostro paese poco affidabile per via di queste principali ragioni:

  • Instabilità di governo
  • Carico Fiscale
  • Carico Normativo e burocratico accompagnato da corruzione
  • Poca flessibilità del mercato del lavoro

Purtroppo la realtà è che le piccole e medie imprese più che sentirsi avvantaggiate dal Sistema Italia, si sentono ostacolate.

Devono perdere molto tempo e soldi in pratiche burocratiche ed a ricevere Ispezioni da parte di enti pubblici. 

Invece per quanto riguarda la maggior parte degli artigiani, piccoli commercianti e liberi professionisti, questi sono in realtà degli auto impiegati.

Lavorano per riuscire a generare un reddito equivalente a uno stipendio.

E ogni mese devono ricominciare da capo.

Ed il paese non sembra avere mai avuto un piano serio per affrontare una decadenza economica prolungata.

Tutto quello che sanno esprimere i nostri politici sono misure tampone, che dovrebbero essere transitorie e poi invece finiscono con integrarsi nel sistema.

E così l’economia va peggiorando, i capitali fuggono, i benestanti trasferiscono la residenza, e la unica risposta dello stato è inasprire la persecuzione dei contribuenti.

Per cui, in questo contesto così logorato che non lascia quasi nessuna speranza nemmeno agli ottimisti più incalliti, io mi chiedo:

I cittadini italiani hanno o no il diritto di sottrarsi a questo martirio fiscale?

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